mercoledì 11 settembre 2013

9 anni di Napoli: dal Cittadella al Borussia

Il 10 settembre é una lieta ricorrenza per i tifosi del Napoli, é il giorno della resurrezione dalle ceneri del fallimento. Nel 2004 infatti Aurelio De Laurentiis con grande fiuto per gli affari rilevò il calcio Napoli, fallito a giugno dello stesso anno, lo ridenominò Napoli Soccer e lo iscrisse al campionato di serie C1, ottenendo il diritto di partire in differita il 26 settembre, contro il Cittadella.

Era una domenica napoletana di settembre, calda e suadente, lo stadio pieno e le magliette di un azzurro sbiadito, sembravano d'epoca. Quella squadra fu costruita da Pierpaolo Marino, dirigente del Napoli del primo scudetto che aveva accettato l'impresa di risollevare i colori azzurri dall'inferno della terza categoria, in sole due settimane. Belardi, Ignoffo, Scarlato, Savino, Mora, Toledo, Montervino, Gatti, Corrent, Berrettoni e il mitico "pampa" Sosa erano i nomi di quella spedizione, che affrontò un campionato rognoso e pagó lo scotto di una preparazione affrettata, non riuscendo a superare la categoria.


La ricordiamo tutti con affetto quell'annata, che ha posto le basi di una societá ricca, che spende 90 milioni in campagna acquisti estiva, senza andare in perdita, che da 5 anni é stabilmente in Europa e che oggi si pone come avversario temibile di squadre come l'Arsenal, il Borussia Dortmund e il Marsiglia in Champions League. Il Napoli nato quell'estate é qualcosa di nuovo non solo per la storia del movimento calcistico napoletano, ma per quello italiano in generale. É una societá sana, che si autosostiene, che può lottare per lo scudetto, pur avendo i conti in ordine, fatto unico in Italia.

La gestione De Laurentiis sará criticabile dal punto di vista di alcune scelte tecniche e forse in alcune situazioni poteva osare anche di più, ma nel complesso é un assoluto gioiello del calcio italiano da preservare e imitare. Qualcuno ricorda come il Borussia Dortmund nel 2006 fosse praticamente fallito e che ora é ai vertici del campionato tedesco ed europeo, pur perseguendo una politica contabile sana e sostenibile. Vero! ma quando il presidente diceva che si doveva puntare sui giovani e a ragione, il Solone di San Vincenzo diceva: "presidente, coi giovani in Italia non si vince!"... anche nel nuovo c'é sempre qualcosa di vecchio! Va bene cosí, cambiamo pagina e guardiamo avanti, il futuro é azzurro.


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